The Beginning and the Legend
di Riccardo Ballati
Sono qui meditabondo e già sento un bisogno quasi impellente di rifugiarmi nelle braccia della notte, ancora una volta e con la speranza di farlo come tutti i cristiani si augurano di farlo perché dormire e riposare allentano (o almeno ci provano) il serraggio dell’ansia di vivere pressata dagli sproloqui e dalla inutilità degli intrighi interiori.
Ma il valore della notte è un altro: in quel grande contenitore di pensieri appoggiati al cuscino che si sfumano nei sogni di realtà parallele dove le vie, le strade, gli incontri, i sentimenti, le albe e i tramonti sono sì quelli ma non proprio quelli perché evanescenti come sospiri e inquietanti come apnee; si rinnova il domani e il raffinato meccanismo dei sensi che tutto insieme forma la vita. Il silenzio notturno ha un suono e un richiamo alle proposte della memoria che lo accompagna, gode la nostalgia del passato e i dolci quesiti della speranza. Il buio ha una forma e un progetto. La leggenda è l’eco di una storia e di un sogno. Il panorama è vasto, l’aria è chiaroscura e ha tutti i contorni di una melodia sospesa in un dialogo calmo e intrecciato fra il violino a proporre e l’orchestra in risposta. Stabilire dove sia un orizzonte e un limite è come provare a illuminare un mistero. Niente. Tutto scorre e fluisce aggrappato a una piuma di desideri irrisolti e di fatali abbandoni. Riccioli dorati e smalto all’archetto concludono a sorpresa l’aria e l’evocazione sfuma in silenzio appagato.
Provare per credere. Imparare a condividere. Assaporare insieme il barlume della felicità. Promessa.
Frederick Delius (1862-1934), Legende for Violin and Orchestra (1895)