Atuppertu

"Atuppertu"

di Riccardo Ballati

Oddio che sarà? L’incipit di una nuovo linguaggio rivoluzionario o la chiave di cassetti che si aprono e si chiudono dentro a un comò che non c’è? O il vuoto ottuso e inquietante di un ascensore che sale e che scende e che non si apre solo perché la porta è alle spalle di chi si aspetterebbe legittimamente e claustrofobicamente di uscire?

In effetti sembra che tutto debba essere sorprendente, complicato e imprevedibile con una fila di opzioni che non finisce mai e che sono in perenne contraddizione l’una con l’altra.

Chi mi potrà liberare?

Oh what a beautiful morning, oh what a beautiful day! (Rodgers e Hammerstein)

Stormy weather (Art Tatum)

A foggy day (in London town) (Louis Armstrong)

Tre opzioni canore americane per cominciare, armonizzando la tinta di una giornata, magari così come appare, aprendo la finestra sul mattino.

Mi vien fatto di scegliere la nebbia, d’istinto. Armstrong e Fitzgerald cantano insieme il brano dolcemente idealizzando una Londra immersa in un improbabile sogno.

E mi sovvien ancor più la nebbia e la voglia di allargare il contesto. Eccola “la Fisarmonica di Stradella”.
Paolo Conte disegna la cornice: Broni, Casteggio, Voghera immersi in una nuvola padana posata, umile, sola, ovattata, sulla terra bagnata. La malinconia dell’immagine si spande dentro le ossa come quel rosso del semaforo nel grigio regale tutto sfumato colmo di desideri irrisolti dell’amore di uomini e donne presenti e invisibili. La voce, roca e squillante, esprime tutti insieme immagini e concetti e mi porta più in là, molto più in là, nella dimensione ondulata di una terra di mezzo, naïf, verso i confini orientali.

Titolo in tre lingue: V mlhàch · In the Mists · Nella nebbia.
Suite in quattro movimenti per pianoforte.
Il moravo autore L
eos Janáček, adorabile, distinguibile, ineguagliabile, rivoluzionario della musica, autoctono, ispido come un istrice, disegna la nebbia nel territorio dove le parole non servono a nulla e dove conta soltanto l’approccio appassionato a un sogno, semplicemente, attentamente ascoltando con il massimo dell’immersione possibile.

Apro il brano su Youtube e le cellule della coscienza e dell’emozione si attivano d’acchito come al suonar di una sveglia. Cambia la scena della normalità che si allunga e si allarga in dimensioni strane che chiamano a raccolta un’attenzione eccitata, profonda gonfia di stimolanti attenzioni. Intima.

Primo movimento: Andante;

Secondo movimento: Molto adagio;

Terzo movimento: Andantino;

Quarto movimento: Presto.

Si può rappresentare le nebbia con il suo profondissimo carico di mistero e di idealità? Et voilà! 

Gli Amici sono dove occorrer possa. Pronti e felici di condividere.

Janáček: Nella nebbia, N°1 –  Andante